_II compost
tratto da "L'orto secondo natura" di M. Howard, Edagricole
ln agricoltura e in orticoltura è consuetudine raccogliere i residui vegetali di ogni genere e gettarli, in modo più o meno ordinato in un cumulo, per ottenere, attraverso la fermentazione e la decomposizione, un prodotto che viene generalmente chiamato composto. Il potere nutritivo di questo composto per gli esseri viventi del terreno (geobionti) è generalmente molto scarso. Con la fermentazione e con la decomposizione incontrollata e irregolare, va perduta la maggior parte delle sostanze più preziose.
Da un cumulo disordinato e trascurato non è possibile ricavare un composto completo ed efficace. Il composto è il prodotto finale della decomposizione di un cumulo di sostanze organiche preparato secondo regole molto precise. È terra nuova, fertile ed odorosa, ottenuta con la decomposizione e non con la fermentazione. Nel capitolo «l processi nel cumulo di compostazione» tratterò in modo più esauriente il significato delle parole fermentazione e decomposizione. Solo un composto di questo tipo è comunque in grado di nutrire gli esseri viventi del nostro terreno e di elevarne il suo contenuto di humus. Si, soltanto da questo tipo di composto miliardi di esseri viventi (geobionti) passano nel nostro terreno e lo migliorano. Solo in questo modo possiamo ottenere il necessario affinamento del terreno che costituisce uno dei
presupposti fondamentali di ogni fertilità.
La posizione deII’impianto di compostazione
Il Prof. Seifert nel suo libro «Agricoltura e orticoltura senza veleni» scrive, molto giustamente, che una zona di compostazìone apportunamente scelta non ha nulla in cumune con quei mucchi disordinati di rifiuti che è possibile vedere nell'angolo più discosto sia del piccolo orticello che delle grandi coltivazioni. Questa zona dovrebbe distinguersi da||’immagine suddetta come un caseificio si distingue da un mucchio di ferro vecchio. Il settore dell'orto destinato alla compostazione non deve essere qualche cosa che si preferisce nascondere a cui ci si avvicina solo malvolentieri. Questa è la zona da cui deriva la salute e la fertilità del terreno.
Importante è anzitutto la sua posizione. Non deve essere troppo fuori mano perché sia possibile raggiungere facilmente ogni punto de|l’orto, eventualmente anche con la carriola. Se il settore di compostazione debba essere impiantato in una zona soleggiata o in una ombreggiata questo dipenderà dalle condizioni climatiche prevalenti nella zona.
I diversi metodi di preparazione del compost
Esistono diversi metodi di preparazione del composto che se vengono correttamente applicati, permettono tutti di ottenere i risultati desiderati. Descriverò, qui di seguito, tre di essi: la cassa di compostazione o silo, il cumulo e la botte di compostazione.
La cassa di compostazione deve essere priva di fondo affinché i lombrichi e gli altri componenti della fauna terricola possano salire e scendere a loro piacimento. Le dimensioni della cassa dipendono dalla quantità di residui disponsibili. Siccome, con il passare del tempo, il materiale in essa raccolto diminuirà sensibilmente di volume, una cassa è in grado di contenere molto più materiale di quanto inizialmente si possa pensare. Le tavole che costituiscono le pareti devono avere una distanza di 5 cm in modo che l'aria possa entrare da tutti i lati. Ci si ponga come obiettivo di riempire la cassa entro due mesi, quanto prima tanto meglio. Il materiale contenuto nella cassa deve essere lasciato tranquillo fino alla maturazione (6-10 settimane). Per questo motivo ogni orto deve disporre di almeno due casse che possono avere le dimensioni seguenti:
50 cm lunghezza 60 cm altezza 120 cm lunghezza 100 cm altezza 120 cm lunghezza 100 cm altezza
50 cm larghezza 90 cm larghezza 200 cm larghezza
Il legno impiegato per la costruzione delle casse di compostazione non deve assolutamente essere stato trattato con sostanze impregnanti di origine chimica perché queste ucciderebbero gli organismi vegetali ed animali che vivono nel composto o, quanto meno, li danneggerebbero. Si possono naturalmente usare le casse di compostazione di calcestruzzo o di eternit che si trovano in commercio solo che in esse la decomposizione avviene più lentamente. Possono essere usati anche i sili di rete metallica ma il composto si essicherà leggermente in corrispondenza della superfice esterna. Questo svantaggio può essere eliminato nel seguente modo: Si appende all’interno del silo un sacco di plastica di quelli usati per le immondizie e al quale sia stato tolto il fondo. Sulle pareti del sacco si praticano, con il tridente, alcune serie di fori al fine di garantire la libera circolazione dell'aria. Si possono anche disporre delle tavolette di legno all'interno del silo aventi una larghezza di 6-8 cm e distanti tra loro circa 5 cm. Le tavolette possono essere disposte anche sulla superfice esterna del silo e fissate con filo di ferro. Le casse di compostazione o i sili di rete metallica sono adatti specialmente per i piccoli orticelli a causa delle loro dimensioni ridotte.
Il cumulo di compostazione è a due falde, ha un’altezza di soli 50-60 cm e una larghezza di 80 cm oppure un'altezza di 100-120 cm e una larghezza di 150 cm.
Cosa si può compostare?
A questa domanda i manuali di orticoltura forniscono le risposte più diverse e anche tra gli esperti esiste una grande divergenza di opinioni. Nel manuale di orticoltura del Bòttner, edito nel 1902, sono riportati, su tre pagine, oltre 35 tipi di residuati che possono essere usati per la preparazione del composto. In altri libri specializzati, l'eIencazione si limita ai residui provenienti dal giardino escludendo le parti di piante malate e il fogliame. Dopo molti anni di esperienza in questo campo sono del parere che è possibile compostare tutto il materiale organico che viene normalmente considerato come lo scarto dell’orto e della cucina. Si deve tenere però presente che non si può gettare sul cumulo del composto ogni cosa che capita sotto mano senza una scelta opportuna e in quantità illimitata. lo penso qui in particolare alla carta di giornale. La carta di un quotidiano viene accettata senza difficoltà dal cumulo di compostazione di un orto casalingo. Quando invece, si vogliono compostare grandi quantità di carta bisogna disporre anche di altri residui in quantità sufficente.In linea di massima, si possono compostare i seguenti residui: Tutti gli avanzi della cucina anche i fondi di caffè e di tè, tutta la carta non stampata, il giornale quotidiano, il sacco del|’aspirapolvere, avanzi di lana, capelli, cenere di legna e di carbone, la fuliggine del camino, la segatura e i trucioli di legno. Nella cucina del proprietario di un orto devono pertanto essere disponibili due pattumiere: una per i rifiuti che possono essere decomposti e l'altra per quelli che devono essere gettati. Ciò è possibile anche per coloro che pur vivendo in città dispongono di un piccolo orticello. La pattumiera con i rifiuti destinati alla compostazione deve essere vuotata ogni volta che si va nell'orto e ciò succede sicuramente almeno due volte alla settimana. Si constaterà presto che ogni volta il secchio è pieno soltanto fino a metà. A mio giudizio, ogni proprietario di orto dovrebbe sentire il dovere di riportare nel terreno, sotto forma di composto, la maggior quantità possibile di sostanze organiche anziché mandarle al|’impianto di incenerimento.
Trasformeremo inoltre in composto tutti ma veramente tutti i residui dell'orto come gli avanzi di piante, le foglie e la rasatura di prato se non viene già impiegata per la copertura del terreno (vedere il capitolo: La copertura del terreno). l mucchi di residui della potatura di alberi, cespugli e siepi che nelle città vengono deposti ai margini delle strade per essere trasportati alla discarica e che in campagna vengono gettati nei torrenti o nei depositi di immondizie, dovrebbero invece essere usati per la compostazione. Questi residui dovrebbero essere sminuzzati quando sono ancora verdi perché sono meno duri. Essi renderanno più aerato il cumulo del composto ed eviteranno così la formazione di processi fermentativi.
Anche le erbacce vengono compostate ma dovrebbero essere deposte sul cumulo quando non hanno ancora i semi. Se sono già fiorite, esse dovranno essere collocate nel centro del cumulo in modo che il calore che si sviluppa in questo punto e la presenza di determinate sostanze chimiche neutralizzino la germinabilità dei semi. Utilizzeremo infine, per la compostazione, la paglia ed il letame animale nel caso possiamo disporre di questi materiali.
Il compostaggio – teoria e pratica
Introduzione
(dall’opuscolo “Corso Compostaggio domestico” di F. Valerio, www.village.it/italianostra)
[Ogni anno, sul pianeta Terra, il 5,5 % della sostanza organica che fa parte del mondo vegetale " muore", per vecchiaia, malattie, per il rinnovo stagionale del manto fogliare. E' una massa enorme di materia organica (25 miliardi di tonnellate di solo carbonio) che pur decomponendosi, più o meno velocemente, non provoca problemi d'inquinamento. La conferma è una passeggiata nel bosco in autunno inoltrato. Rimescolando il manto di foglie morte si avvertirà un odore gradevole e si scoprirà che man mano che si va in profondità, foglie, rami, resti d'animali ed insetti, perdono progressivamente la loro forma ed i colori originali perciò a pochi centimetri di profondità si troverà solo un terriccio soffice, di colore scuro che profuma di "bosco", ricco di HUMUS. E' invece esperienza comune che gli scarti di cucina di natura vegetale, messi nel sacchetto della spazzatura, dopo qualche giorno emettono odori sgradevoli ed è opportuno disfarsene.
La differenza di comportamento tra il sottobosco e la pattumiera è che in realtà il primo è un super organismo vivente: un ettaro di suolo fertile, fino ad una profondità di 30 centimetri può contenere più di sette tonnellate d'esseri viventi, (batteri, funghi, protozoi, alghe, nematodi, anellidi, insetti). Sono proprio loro che fanno la differenza, che alla fine di una lunga e complessa sequenza di trasformazioni chimiche e biochimiche, di complicate catene alimentari, degradano le sostanze organiche in sostanze nutrienti e anidride carbonica e trasformano l'azoto organico e atmosferico in sali d'azoto assimilabili a loro volta dalle piante. Nello stesso tempo una miriade di insetti, lombrichi ed altre creature, rimescolano il terreno in cerca di cibo e così facendo lo rendono soffice, permeabile all'aria e all'acqua e facilitano l'accumulo di umidità e l'assorbimento di sostanze nutritive che sono rilasciate lentamente, assecondando le necessità nutritive delle piante che crescono su questo terreno. L'esempio che abbiamo illustrato è la dimostrazione che, la natura non conosce il concetto di rifiuto e nei suoi grandiosi cicli (dell'aria, dell'acqua, della materia vivente) riutilizza tutto. Al contrario la specie umana, in particolare in questi ultimi decenni, ha creato un nuovo problema, quello dei RIFIUTI, poiché, privilegiando le leggi del mercato e del consumo senza limiti, non ha voluto comprendere ed applicare le leggi della natura.
COME SI FORMA L'HUMUS Piante e foglie morte, frutti caduti al suolo, spoglie e deiezioni d'animali, cioé, tutte le sostanze organiche che si accumulano nel sottobosco, diventano il nutrimento, la fonte di vita del super- organismo formato dagli innumerevoli e microscopici esseri viventi che popolano il terreno.
Le grandi molecole organiche presenti nei vegetali (amidi, zuccheri, cellulosa, resine, oli..) diventano cibo per i batteri e per altri micro organismi che dalla degradazione di queste molecole, a base di carbonio, traggono energia. Alla presenza di una giusta quantità di sostanze contenenti azoto (nitrati,urea,proteine..) i batteri possono utilizzare questa energia per sintetizzare nuove proteine e moltiplicarsi. Pertanto in condizioni ottimali, a spese della
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materia organica sempre più degradata,può crescere in modo vertiginoso la popolazione di batteri.
Dal punto di vista chimico quello che abbiamo sinteticamente descritto è una progressiva ossidazione biologica delle complesse sostanze organiche per opera dei micro organismi che vivono nel terreno. Grazie alla loro attività il carbonio organico si lega all'ossigeno atmosferico formando anidride carbonica ed acqua. Da questa reazione si libera energia che, in parte, i batteri stessi utilizzano per le loro funzioni vitali ed in parte è dispersa nell'ambiente, sotto forma di calore. Quello che non è gradito come cibo ai batteri è invece appetibile a muffe e funghi che lasciando come scarto del loro banchetto molecole ancora più semplici, si moltiplicano anch'essi fino a quando c'è cibo a sufficienza. Su quello che resta dell'originaria materia organica e sugli stessi batteri e funghi, si avventa una miriade d'organismi di maggiori dimensioni quali insetti, artropodi, anellidi che, oltre a finire di mangiare le briciole, scavano e rimescolano quello che ormai è diventato un soffice terriccio bruno su cui l'ossigeno dell'aria e l'acqua apportano le ultime trasformazioni chimico-fisiche.
Dopo qualche mese, finito il grande banchetto, dell'originaria materia organica morta e delle sue strutture macroscopiche non vi è più traccia. Tutto si è trasformato in una cosa nuova, il COMPOST, ovvero un terriccio fine ricco d'organismi viventi e di sostanze nutritive, nelle condizioni fisiche e chimiche ottimali per essere facilmente assorbite dalle radici delle piante. Molto del carbonio organico presente nella biomassa morta è tornato in atmosfera sotto forma d'anidride carbonica, pronta ad essere assorbita dalle piante verdi per ridiventare, grazie all'energia solare e alla foto sintesi clorofilliana, nuovamente biomassa vegetale vivente (foglia, fiore, frutto, corteccia, frutto). E il grande ciclo della vita può continuare.
LA RICETTA "VELOCE" PER UN BUON COMPOSTAGGIO Affinché' i processi di humificazione e compostaggio di sostanze organiche vegetali vadano a buon fine, anche in condizioni artificiali, sono indispensabili i seguenti ingredienti:
• un volume di biomassa finemente triturata di circa 1 metro cubo, formata di 30 parti di carbonio e 1 parte d'azoto
• aria a volontà
• acqua, quanto basta al benessere di muffe, funghi e batteri
• un po' di batteri e microrganismi,
• qualche lombrico Mescolare bene questi ingredienti, operare affinché l'aria circoli sempre in abbondanza in questo "impasto" e la quantità d'acqua si mantenga nelle giuste proporzioni. Nel materiale sottoposto a compostaggio si assisterà, in ordine di tempo, ai seguenti fenomeni:
1. sviluppo di colonie di muffe e funghi 2. riscaldamento progressivo, fino a raggiungere 50-60 °C, al suo interno 3. disgregazione dei componenti, con una riduzione del volume iniziale fino al 50% 4. raffreddamento del compost 5. eventuale diffusione di lombrichi all'interno del cumulo di compost Se la ricetta è ben eseguita e se il materiale trattato è frequentemente rimescolato, l'intero processo di compostaggio può durare anche alcuni giorni; lasciando il cumulo fermo e avendo provveduto solo ad una grossolana triturazione, il compostaggio completo richiederà alcuni mesi (da 4 a 5 mesi, secondo la stagione).]
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Decomposizione aerobica
Il compostaggio permette dunque di riprodurre in piccola scala quello che avviene in natura nelle lettiere dei boschi o negli strati più superficiali dei terreni incolti, cioè il passaggio dei residui organici a humus. Il compost è il prodotto finale della decomposizione di un cumulo di sostanze organiche preparato secondo regole molto precise. E’ terra nuova, fertile ed odorosa, ottenuta con la decomposizione e non con la fermentazione. Esistono infatti due tipi di decomposizione:
• la decomposizione anaerobica che avviene in assenza di ossigeno, e genera la putrefazione. I batteri che la provocano, generano prodotti del ricambio che, in gran parte, emanano cattivo odore e sono nocivi per la vita del terreno e la salute delle piante
• la decomposizione aerobica, avviene ad opera di microorganismi che respirano aria ed è quella che noi perseguiamo perché non genera alcun odore. Per eseguire un compostaggio corretto è necessario guidare il processo, miscelando opportunamente i differenti materiali, le cui dimensioni, umidità e tipologia debbono facilitare il processo trasformativo.
Rapporto Carbonio / Azoto
Di particolare importanza è il rapporto tra carbonio (amidi, zuccheri e cellulosa come pasta, cereali, segatura) e azoto (proteine come scarti di cucina e dell’orto, brodo della cottura a vapore del pesce, brodo di ammollo legumi crudi, erbe spontanee dei prati come ortica, farinaccio, scarti di leguminose fresche). Infatti affinché i batteri possano svilupparsi bene è necessario che abbiano a disposizione sia sufficiente energia (dalla "combustione" del carbonio), sia materia prima per l'assemblaggio di proteine (molecole ricche d'azoto). Il rapporto ottimale di carbonio e azoto, nella dieta dei batteri, deve essere di 30 a 1. In altre parole, nel materiale da compostare per ogni Principali materiali
parte d'azoto ce ne devono essere trenta di utilizzabili per il
carbonio. La Tabella a fianco riporta il valore compostaggio Rapporto
medio del rapporto tra carbonio e azoto in diversi materiali che possono essere utilizzati nel compostaggio. Rapporto Carbonio / Azoto Carbonio/Azoto
VERDI Scarti freschi dell'orto 7
Sfalcio d'erba 12 Paglia di legumi 15 Letame maturo 15-20 Erba medica 15-25 Scarti di cucina 23
Come si vede dalla tabella, gli avanzi di cucina ed in generale i vegetali freschi (in prevalenza di colore verde), rispetto al rapporto ottimale carbonio/azoto sono leggermente carenti in carbonio, mentre i vegetali secchi (di prevalente colore marrone) sono carenti in azoto. Parti aeree delle piante 25 Quindi, per semplicità classifichiamo come "VERDI" tutti gli avanzi con un rapporto Aghi di pino 30
carbonio/azoto minore o uguale a trenta, mentre attribuiamo la categoria di "MARRONI" a MARRONI
tutti gli altri avanzi. Foglie secche 50
Paglia 50-150 Segatura
Per avere sostanza organica con un rapporto ottimale Carbonio/Azoto, si può seguire la regola empirica di mescolare bene due parti di avanzi "Verdi" con una parte di avanzi "Marroni".
Gli avanzi di cucina hanno un rapporto carbonio/azoto pari a 23. Ciò significa che, rispetto al valore ottimale (trenta) sono carenti in carbonio. Un suggerimento, in tal caso, è aumentare la percentuale di carbonio, inserendo nel composter sacchetti in carta per alimenti, fazzoletti e tovaglioli di carta, ricchi in carbonio. Ovviamente e' opportuno che questi oggetti in cellulosa siano prima strappati in piccoli pezzi o in strisce e quindi ben mescolati con gli avanzi vegetali. Nel Compostaggio domestico, per avere un rapporto Carbonio/Azoto ottimale, mescolate uguali volumi di carta e di scarti vegetali. L'aggiunta di carta e cellulosa agli scarti vegetali può anche essere utilizzata per regolare la quantità di umidità del cumulo. Se l'umidità vi sembra eccessiva, aggiungete la carta tal quale; se il cumulo tende facilmente a seccare, inumiditela leggermente. Il compostaggio - teoria e pratica.doc 3:11
Anche la segatura può essere utilizzata per correggere sia quantità eccessive d'azoto (che caratterizza, ad esempio, gli sfalci d'erba e gli scarti freschi dell'orto) sia quelli d'acqua, ma Si sconsiglia fortemente l'uso di segatura di legni trattati o verniciati perché potrebbero essere introdotti nel compost prodotti nocivi (cromo, creosoti, anti muffe, pesticidi..)
Aerazione
L’aerazione è fondamentale: i microrganismi necessitano di ossigeno per portare a termine il loro lavoro; in assenza di sufficiente ossigeno il processo si ferma: un consiglio semplice ed efficace è quello di mescolare ogni tanto gli strati. Il compost va tenuto coperchiato, ma aerato.
Umidità
L’umidità ottimale è tra il 40 ed il 60%. Il grado di umidità ottimale del compost equivale a quello di una spugna strizzata. Una prova empirica per verificare la presenza di un eccesso d'acqua si effettua stringendo nel pugno una manciata di compost; se esce acqua, l'umidità è eccessiva e pertanto deve essere ridotta.
Il rapporto tra azoto e carbonio, se è equilibrato, innesca bene le reazioni di chimica organica che portano ad un concime organico di buona qualità, a lento rilascio, in grado di rendere la terra soffice, con un apporto di azoto di 5 volte superiore al letame. Se il rapporto tra carbonio , azoto e umidità non è giusto il cumulo fatica a far “partire” i suoi processi. In questo caso è necessario fare del decotto (oppure macerato) di ortica e bagnarlo, senza esagerare, per evitare scolaticci verso i piani inferiori o ristagni nella base. E’ possibile anche raccogliere un po’ di foglie o di erbe a margine di qualche prato e aggiungerlo al compost con beneficio in fertilità del prodotto ottenuto.
Triturazione
In città predominano gli scarti di cucina di vegetali cosparsi di antiparassitari. Sarà buona abitudine lavare frutta e verdura anche se non si consuma la buccia e per alcuni rifiuti ridurre le dimensioni, tagliandoli a pezzi (ad esempio le fette di anguria), perché il materiale ridotto in piccoli pezzi si decompone più facilmente e più rapidamente e viene inoltre facilitata la miscelazione e la disposizione nel compost. Gli avanzi di cucina possono essere sminuzzati in modo adeguato con tagliere e mezzaluna. Nel giardino e nell'orto, un robusto "machete" può essere sufficiente per frantumare resti di ortaggi, sminuzzare erba secca e ramaglie sottili. L'acquisto di un bio trituratore, può essere giustificato solo se si dispone di grandi estensioni di terreno con molti alberi e arbusti soggetti a frequenti potature.
Il calore
(dall’opuscolo “Corso Compostaggio domestico” di F. Valerio, www.village.it/italianostra)
[Il buon andamento del compostaggio si misura con l'aumento della temperatura al suo interno.
L'aumento di temperatura segnala che i batteri sono al lavoro, che la loro popolazione aumenta e che quantità crescenti di sostanza organica viene da loro degradata. Occorre tuttavia avere presente che elevate temperature si raggiungono solo con cumuli il cui volume sia di circa un metro cubo (mille litri). In queste condizioni la quantità di calore che si disperde dalla superficie del cumulo è inferiore al calore prodotto al suo interno; di conseguenza la temperatura del cumulo si riscalda progressivamente fino a raggiungere, al suo interno, 50-60 °C. Questa situazione è auspicabile, poiché l' elevata temperatura elimina eventuali parassiti e agenti patogeni e inattiva i semi d'eventuali piante infestanti introdotti involontariamente nel cumulo. Se il volume del cumulo è inferiore ad un metro cubo, la maggiore dispersione del calore non permette il raggiungimento d'elevate temperature; in tal caso si parla di compostaggio freddo che, ovviamente è più lento di quello caldo e non ne ha i vantaggi ma rende possibile il costante valido aiuto dei lombrichi.] Il compostaggio - teoria e pratica.doc 4:11
Cosa non compostare
In genere è possibile compostare tutto il materiale organico che viene normalmente considerato come lo scarto dell’orto e della cucina. Si deve però tener presente che non si può gettare nel compost ogni cosa che capita sotto mano senza una scelta opportuna e in quantità illimitata. In particolare per la preparazione del compost non si devono usare:
• Carne, pesce, ossa.
• Prodotti caseari.
• Oli e grassi.
• Lettiere di cani, gatti, uccelli. Gli avanzi di pesce e le proteine animali in genere attirano fortemente insetti ed eventuali topi. La lettiera del gatto può ospitare parassiti come Toxoplasma gandii e Toxocara cati. Olii e grassi inibiscono lo sviluppo batterico. Ottimi sono i residui di tisane (the, camomilla, tiglio, ecc.), meno i fondi di caffè che vanno bene aggiunti nei vasi per piante che richiedono terreno acido (piante tropicali).
Attivatori / Integratori
Si possono utilizzare degli “attivatori” per il compostaggio (complesso di enzimi, batteri e lieviti termofili liofilizzati, da lasciare a bagno per 15 ore e sciolto preventivamente in acqua a 38°) insieme al litotamio (alghe dell’Oceano Atlantico in polvere), da aggiungere (qualche cucchiaio) su ogni strato di 20-25 cm di rifiuti, utile per evitare cattivi odori, tenere lontano insetti e aumentare la qualità del compost, evitando dispersioni di azoto in fuoriuscita di gas ammoniacali. Entrambi si possono acquistare nei negozi di prodotti biologici o in negozi per il giardinaggio specializzati dove si possono reperire anche altri materiali equivalenti: “farina di roccia”, “polvere di ossa”, ecc. Aggiungere ogni tanto anche della terra.
Strato di fondo
E’ importante prevedere uno strato sul fondo del composter fatto di rametti sminuzzati di specie erbacee sgradevoli agli insetti, secche o fresche, come tanaceto, artemisia, assenzio, mente spontanee, foglie di lauro e rametti. Questo strato adempie a due funzioni: aerazione sottostante e repellenza di eventuali insetti. Al di sopra di questo strato è consigliabile porre foglie e getti teneri di ortiche, per il loro alto contenuto in minerali.
Posizione
Importante è la posizione del composter. Deve esser facilmente raggiungibile da ogni punto dell'orto, eventualmente anche con la carriola, se posto in giardino/orto. Nel cumulo del compost deve esistere un calore umido. Ciò si ottiene scegliendo, nei paesi a clima caldo, una zona ombreggiata, mentre nei paesi a clima freddo il calore necessario per la rapida maturazione del compost si potrà ottenere in un punto dell'orto esposto al sole. Deve sempre essere prevista una protezione dal vento perché il cumulo del compost è una specie di incubatrice ed è pertanto consigliabile circondare tutta da zona con una siepe o con un folto gruppo di cespugli.
In genere si dovrebbe riservare alla zona del compost l' 8 - 10% della superficie totale dell'orto. Si consiglia vivamente di rivestire i sentieri che portano alla zona del compost con piastrelle di cemento. Ciò aiuterà a mantenere il luogo più facilmente pulito e ordinato, faciliterà gli spostamenti con la carriola e impedirà che il compost si appiccichi alla suola delle scarpe.
Durata
La durata del processo di trasformazione dipende dal clima, dai materiali utilizzati e dal corretto allestimento del cumulo. Ma in una stagione o due al massimo il compost dovrebbe essere maturo: si sbriciola facilmente senza compattamenti. Il colore è bruno. Una colorazione molto scura e di odore acido denuncia, invece, una cattiva fermentazione, come la presenza di muffe o odore di stantio. Il pH ottimale deve essere tra 6 e 7,4. La trasformazione termofila, provocata dai fermenti, distrugge le spore crittogame (disinfetta) e la vitalità dei semi delle infestanti.
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Realizzazione di un composter La cassa di compostazione (dal libro “L’orto secondo natura” di Matio Howard).
Deve essere priva di fondo affinché i lombrichi e gli altri componenti della fauna terricola possano salire e scendere a loro piacimento. Le dimensioni della cassa dipendono dalla quantità di residui disponibili. Siccome, con il passare del tempo, il materiale in essa raccolto diminuirà sensibilmente di volume, una cassa è in grado di contenere molto più materiale di 5 cm
quanto inizialmente si possa pensare. Le tavole che costituiscono le pareti devono avere una distanza di 5 cm in modo che l'aria possa entrare da tutti i lati. Ci si ponga come obiettivo di riempire la cassa entro due mesi, quanto prima tanto meglio. Il materiale contenuto nella cassa deve essere lasciato tranquillo fino alla maturazione (6-10 settimane). Per questo motivo ogni orto deve disporre di almeno due casse che possono avere le dimensioni seguenti:
• 50 cm larghezza 50 cm lunghezza 60 cm altezza
• 90 cm larghezza 120 cm lunghezza 100 cm altezza
• 200 cm larghezza 120 cm lunghezza 100 cm altezza Il legno impiegato per la costruzione delle casse di compostazione non deve assolutamente essere stato trattato con sostanze impregnanti di origine chimica perché queste ucciderebbero gli organismi vegetali ed animali che vivono nel compost, quanto meno, li danneggerebbero. Si possono naturalmente usare le casse di compostazione di calcestruzzo che si trovano in commercio solo che in esse la decomposizione avviene più lentamente. Possono essere usati anche i sili di rete metallica ma il compost si essiccherà leggermente in corrispondenza della superficie esterna. Questo svantaggio può essere eliminato nel seguente modo: Si appende all'interno del silo un sacco di plastica di quelli usati per le immondizie e al quale sia stato tolto il fondo. Sulle pareti del sacco si praticano, con il tridente, alcune serie di fori al fine di garantire la libera circolazione dell'aria. Si possono anche disporre delle tavolette di legno all'interno del silo aventi una larghezza di 6-8 cm e distanti tra loro circa 5 cm. Le tavolette possono essere disposte anche sulla superficie esterna del silo e fissate con filo di ferro. Le casse di compostazione o i sili di rete metallica sono adatti specialmente per i piccoli orticelli a causa delle loro dimensioni ridotte.
Il cumulo di compostazione (dall’opuscolo “Corso Compostaggio domestico” di F. Valerio, www.village.it/italianostra)
[Se si dispone di adeguati spazi e di terreno libero non è necessario avere particolari contenitori per fare il compostaggio. Quando si hanno diversi metri cubi di materiali da compostare (sfalci d’erba, foglie, potature) si può realizzare un cumulo di base rettangolare (lato minore: 2-2,5 metri) e di un’altezza di 60-70 centimetri. La lunghezza del cumulo dipende ovviamente dalla quantità complessiva di sostanza organica dis
ponibile. Il cumulo può essere realizzato anche per successiva aggiunta nel tempo del materiale da compostare fino a raggiungere il volume minimo per far partire il compostaggio caldo. Come in tutti i sistemi di compostaggio è importante che il primo strato del cumulo, alla sua base, sia formato da ramaglie. Tale strato, alto circa 20 centimetri serve a garantire l’aerazione
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nel punto più critico del cumulo, dove con l’accumulo di acqua e la compattazione creata dal peso del materiale sovrastante si potrebbero formare zone prive di ossigeno. Anche per questo motivo è utile che la terra dove sarà fatto il cumulo sia stata in precedenza zappettata per facilitare l’aerazione, il drenaggio e anche per facilitare il passaggio di lombrichi dal terreno al cumulo. Si procede poi alla progressiva stratificazione del materiale da compostare con la solita raccomandazione di mescolare bene materiale “ verde” e “marrone” nei rapporti già indicati, verificando l’arieggiamento e la corretta umidità di ogni strato. Se si ha il materiale a disposizione, ogni strato di materiale fresco, può essere spolverato, oltre che con compost e terra (da aggiungere sempre), anche con polvere di roccia, alghe secche, cenere di legna. Se si composta molta erba verde è opportuno ridurne la naturale acidità con un’abbondante spolverata di calce spenta (idrato di calcio) o, in alternativa, con cenere di legna perché anche essa è in grado di neutralizzare l’eccessiva acidità.
Può essere utile utilizzare coperture di “tessuto non tessuto”, in vendita presso i negozi di giardinaggio, in quanto resistenti e traspiranti.
Lo stesso accorgimento è utile per ridurre l’evaporazione nei giorni più soleggiati. In tal caso possono essere usati anche dei cannicciati. Ricordarsi comunque di rimuovere le coperture quando non servono più, in quanto il cumulo deve poter “respirare” liberamente. Come abbiamo già detto la temperatura di cumuli il cui volume sia maggiore di un metro cubo si dovrebbe innalzare dopo pochi giorni dalla sua formazione. Questo evento può essere misurato con un termometro elettronico, legando la sua sonda alla cima di un bastone da inserire all’interno del cumulo, attraverso un foro praticato in precedenza. Per sua natura il cumulo “caldo” Il materiale così disposto si decompone molto rapidamente, più rapidamente che nei sili o nelle casse di compostazione in modo che nel periodo della vegetazione è possibile disporre di compost maturo già dopo 2 o 3 mesi a condizione che non faccia troppo freddo.
Fattori incontrollati, un momento di distrazione da parte vostra o di scarsa chiarezza da parte nostra potrebbe provocare piccoli disastri ecologici quali un compostaggio troppo lento o, peggio, la produzione di odori nauseabondi. In ogni caso, niente paura. A tutto si può porre rimedio e per facilitarvi ecco un semplice risolvi-problema. Ad ogni sintomo corrispondono alcune specifiche cause. Valutate, nel vostro caso, quale possa essere la principale causa e agite subito di conseguenza.
Sintomi Cause Soluzioni Il cumulo non si riscalda
Carenza di acqua o di azoto Rimescolare bene il cumulo aggiungendo acqua e/o
scarti verdi o cornunghia o sangue secco di bue Volume del cumulo non adeguato
Portare il volume del cumulo ad almeno un metro cubo con una giusta miscela di “verde” e “marrone”. Coprire il cumulo con uno strato uniforme di terriccio, foglie secche, paglia. Fare compostaggio Freddo Il compost emana cattivo odore
Aria insufficiente Rimescolare bene il cumulo per arearlo
Troppa acqua Rimescolare bene il cumulo aggiungendo materiale
secco (segatura, giornali a strisce, materiali assorbenti utilizzati per lettiere di animali domestici) ]
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Compostaggio in contenitori (dall’opuscolo “Corso Compostaggio domestico” di F. Valerio, www.village.it/italianostra)
Nei casi in cui la disponibilità di materiali da compostare è inferiore a un metro cubo, per non disperdere la massa da compostare, per tenere separati i materiali a diversi gradi di maturazione, per non disperdere calore e umidità, per tenere lontani mosche, roditori o altri animali in cerca di cibo o di tane confortevoli, si possono usare idonei sistemi di contenimento (i compostatori). Forme, materiali e dimensioni possono essere le più varie. Ne esistono già prefabbricati, ma è possibile trovare molto spazio alla fantasia, all'ingegno e al riciclaggio dei materiali.
Se utilizzate contenitori chiusi ricordatevi che il rischio maggiore è quello di un'eccessiva presenza d'acqua nel cumulo.
Il riempimento e la gestione dei compostatori chiusi sono simili a quanto descritto per il cumulo. Ricordatevi che trattando piccoli volumi di scarti, la degradazione avviene a "freddo", pertanto si deve evitare di compostare piante malate o piante infestanti. Per evitare l'accumulo di acqua o la creazione di zone prive d'aria è opportuno rimescolare più volte il compost in formazione. In tutti i casi i compostatori o il cumulo devono essere collocati in zone di mezzo sole, eventualmente protetti dal vento e dall'eccessivo soleggiamento con arbusti e piante rampicanti.
Di seguito sono illustrati nel dettaglio due modalità di realizzazione di un composter a barile, uno utilizzando i lombrichi, l’altro senza.
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Composter “a barile” (con lombrichi) (secondo le indicazioni raccolte in un corso di “Permacultura” tenuto da Jhon Button, discepolo di Bill Mollison, noto come il creatore della “permacultura”).
1. Prendiamo un bidone di plastica (200-300 l) provvisto di coperchio, da disporre un po' sollevato
2. Realizziamo dei fori laterali in alto al bidone per l’aereazione ed applichiamo dall’interno una retina metallica per evitare che entrino animali / insetti.
3. Facciamo un buco, non troppo grande, in fondo al bidone ed applichiamo un rubinetto fissato con un dado (esistono in commercio rubinetti a farfalla adatti a questo utilizzo);
4. In fondo al bidone realizziamo un primo strato che funge da filtro (c.a. 20 cm di altezza) con ghiaia, mattoni spezzati, pietre;
5. Aggiungiamo un ulteriore strato di terra (c.a. 30 cm di altezza);
6. Aggiungiamo tre pezzi di letame di mucca abbastanza fresco;
7. Aggiungiamo i lombrichi (c.a. 100);
8. Ricopriamo con paglia
9. Chiudiamo con il coperchio di plastica e lasciamo riposare per 10 gg circa senza bagnare mai.
10. A questo punto il “composter” è pronto quindi possiamo versare dentro i vari residui organici preferibilmente già un po’ tagliuzzati per velocizzare il processo di decomposizione.
Il compost non deve essere mai eccessivamente bagnato, umido sì. L’umido in eccesso (cosiddetto percolato) uscirà dal rubinetto e può essere utilizzato quale ottimo fertilizzante. Svuotare il bidone 1 o 2 volte l’anno.
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Effetto Farfalla: A scuola di compostaggio
Da un laboratorio bilancista esperienze e idee da mettere in pratica per ridurre e compostare rifiuti.
A scuola dalla natura
Piuttosto che elencare gli innumerevoli problemi legati allo smaltimento dei rifiuti e i costi sopportati per lo più dalla collettività, per il loro smaltimento, questa volta esploriamo la possibilità di eliminare circa il 30% dei rifiuti solidi urbani – i nostri scarti di cucina e il materiale organico–. L’esperienza indica che è possibile non solo eliminarli e quindi evitare che debbano essere smaltiti in discarica, ma al tempo stesso produrre dell’ottimo humus da restituire alla terra. Attraverso la pratica del compostaggio, si impara dalla Natura stessa, l’unica che non crea rifiuti che non siano totalmente riutilizzabili! Tutte le sostanze che le piante e gli animali producono nel corso del loro sviluppo vengono infatti restituite al ciclo naturale e perennemente trasformate.
Nel bosco è possibile osservare e annusare il tipico profumo che deriva dalle foglie e altri residui vegetali che si decompongono lentamente e tornano a diventare componenti del terreno. La decomposizione, fenomeno che sta alla base del compostaggio, rappresenta un momento di passaggio attraverso il quale le sostanze organiche subiscono uno sgretolamento prima di trasformarsi in compost. In questa fase l’intera massa di materiale organico, se il processo funziona bene, contiene una giusta percentuale di aria e d’acqua, in modo da avere una consistenza non troppo umida né troppo asciutta.
Gli organismi viventi, presenti nel terreno, nell’aria e nell’acqua, si ciberanno delle sostanze organiche conferite e il risultato delle loro digestioni sarà il processo di decomposizione e trasformazione totalmente naturale che produrrà humus.
Questo processo biologico non è solo naturale, ma anche indispensabile per mantenere il terreno fertile. Senza la restituzione dei resti organici il terreno si impoverisce velocemente.
Il compost, si può dire, è l’humus che la natura produce con la collaborazione dell’uomo.
Che cosa si può compostare
In generale si possono compostare quasi tutti i resti vegetali e animali, ovvero tutto ciò che un tempo è stato vivente e che i microrganismi possono "digerire".
La selezione dei materiali inizia in cucina dove è bene predisporre un secchio apposito per i rifiuti organici.
SI’ NO
Resti di frutta e ortaggi Plastica, gomma
Resti di cibi cotti
(in misura limitata e al centro del composto) Ossa
(carne e pesce, se possibile, evitarle)
Fiori secchi Materiali sintetici
Filtri di tè e caffè Vetro e ceramica
Gusci d’uova triturati Metalli
Resti di lana, piume, capelli (se non colorati) Riviste patinate
Erbacce Fuliggine, cenere di carbone
Erba (seccata) Sacchetti dell’aspirapolvere
Fogliame
Materiali legnosi sminuzzati
In piccole quantità:
Cenere di legna (max 2-3 Kg per metro cubo)
Carta non stampata e cartone
Escrementi di piccoli animali
I vari materiali compostabili vengono più o meno facilmente "demoliti" nella loro struttura fisica dagli organismi. Per facilitare l’azione di questi instancabili lavoratori, è opportuno agevolarli, spezzettando e miscelando bene i materiali più grossolani, prima di introdurli nel composter.
Rispetto ai resti di cibi cotti il problema riguarda gli altri animali, come i topi, i ratti e le mosche, che sono attirati dal loro odore e potrebbero risultare sgraditi ospiti.
Per impiegare questi scarti, è necessario sminuzzarli ed è bene dotarsi di un composter che abbia un fondo forato per permettere l’entrata dei microrganismi, ma in grado di non far entrare gli animali.
Il composter è dunque un elemento essenziale del processo.
Le caratteristiche della compostiera
Il composter deve essere un contenitore chiuso, e allo stesso tempo areato, con la possibilità di interagire con il terreno (senza fondo o con un fondo bucato). Deve essere coperto per evitare che sia esposto alla pioggia direttamente.
Ne esistono di diverso tipo sul mercato (si vedano le informazioni in fondo), ma con un pizzico di buona volontà, manualità e qualche attrezzo è possibile costruirlo da sé. Con delle assi di legno si realizza un cubo con una struttura portante di 1x1x1 metro. Può essere utilizzata della rete metallica o vecchi bidoni (in questo caso è necessario togliere il fondo e praticare alcuni fori sulle pareti).
Le compostiere in plastica presenti in commercio o distribuite da alcuni comuni del Trentino hanno il vantaggio di rendere più semplice la trasformazione in humus, di mantenere la temperatura (che nel processo di compostaggio può raggiungere i 60°) e di essere disponibili subito.
Un elemento essenziale per garantire l’efficacia del processo è inoltre il posizionamento della compostiera. Deve essere situata in un luogo parzialmente ombreggiato, ma esposto a sud, riparato dal vento e dall’insolazione diretta. E’ molto utile circondarla con piante che sono ricche di foglie d’estate (riparandolo dal sole e – per motivi estetici dalla vista -) e spoglie d’inverno, permettendo che i raggi del sole non facciano scendere troppo la temperatura.
Come far funzionare il processo
Per iniziare è bene preparare un fondo di materiali consistenti come rami e potature per tenere la massa sollevata e facilitare l’areazione. Nell’introduzione dei materiali è inoltre importante garantire agli organismi viventi che prendono parte al processo di decomposizione una nutrizione equilibrata. La regola è perciò quella di variare quanto più possibile il materiale che viene introdotto: tanto più equilibrata sarà la composizione, tanto più facile il compostaggio.
Bisogno tenere presente che il composto deve avere la presenza di sostanze ricche di carboidrati (C= carbonio) come fogliame, paglia, residui di potature, carta, materiali legnosi) e sostanze ricche di proteine (N=azoto) come rifiuti della cucina, erba verde, parti verdi di piante. Affinchè gli organismi viventi possano trasformare facilmente i residui organici in buon humus il rapporto carbonio/azoto dovrebbe essere compreso tra 20 a 1 e 30 a 1. E’ dunque importante mescolare i resti di cucina con gli altri materiali. Molto preziose sono ad esempio le foglie secche, che possono essere raccolte in autunno e conservate accanto al composter, in modo da essere via via inserite. Mai inserire una grande quantità dello stesso ingrediente, ma razionarlo e mescolarlo con altri. Inoltre ogni tanto va inserita qualche palata di terra ed eventualmente per facilitare il processo si possono introdurre additivi (trucioli o farina di ossa e corna, farina di alghe e carbonato di calcio, farine di roccia e di argilla).
Un aspetto da tenere sempre sotto controllo è il grado di umidità.
Il composto non deve seccare, perché ciò comporterebbe la morte dei microrganismi, e non deve risultare troppo bagnato perché non si crei il percolato. Quando il composto è secco va annaffiato; se è troppo bagnato va aggiunto materiale secco. Il monitoraggio dell’umidità può essere fatto a mano, prendendo un pugno del materiale e stringendolo. La fuoriuscita di acqua indica l’eccessiva umidità, allo stesso tempo se non rimane umidità sulla mano significa che è troppo secco.
Dopo 15 giorni che si immettono materiali va rimescolato tutto con una forca.
Dopo altri 15-20 giorni, per due volte successive va nuovamente mescolato. Dopo di che è importante lasciare stare il composto depositato per non rompere il reticolato di microrganismi che permette la trasformazione. Il lavoro di mescolamento va fatto solo con il nuovo materiale aggiunto.
Se il compostaggio viene condotto correttamente dopo 4-6 mesi il compost è grezzo e può essere utilizzato. Dopo 8-12 mesi è maturo, è un terriccio nero, soffice, con odore di terra di bosco, molto ricco, che può essere utilizzato come concime per l’orto o per i fiori del giardino. Proprio come quello della scatoletta verde. Il ciclo si è concluso, o meglio, è ricominciato.
Un'esperienza da fare.
Per chi non possiede un giardino: il compostaggio sul balcone
Un sistema valido per chi non possiede il giardino è la compostazione con i lombrichi.
Per attivarla è necessario uno spazio di circa 0,25 mq sul balcone, in garage o in cantina; una cassetta di legno con coperchio di circa 40x60x30 cm (adatta per tre persone) e una manciata di lombrichi. Sotto la cassetta occorre mettere un giornale o del cartone in grado di assorbire l’umidità liberata dalla trasformazione dei rifiuti in humus. E’ consigliabile l’utilizzo di un sottovaso di un nylon per evitare di sporcare il pavimento.
Quando vengono conferiti nuovi rifiuti è opportuno coprire con dei fazzoletti di carta usati o con una spruzzatina di terra per prevenire la possibile presenza di moscerini.
Per compostare bisogna introdurre i lombrichi, con la loro terra, nella cassetta. Vanno poi conferiti i rifiuti organici della cucina con cadenza giornaliera o settimanale.
Dopo 2-5 mesi, a seconda delle stagioni, ammucchiare l’humus prodotto in un lato della cassetta e conferire il nuovo materiale nello spazio liberato. In pochi giorni i lombrichi si trasferiranno nella zona contenente il cibo più fresco permettendo così di togliere l’humus prodotto senza portare via i lombrichi dalla cassetta.
L’humus di lombrico è ottimo da aggiungere regolarmente, in piccole dosi, alle piante in vaso, ma va bene anche per l’orto sia nella buca del trapianto che come concimazione di copertura!
Dall’esperienza di Guido: "Dopo un anno di pratica e, dopo un inizio non privo di dubbi, posso garantire i risultati e soprattutto la semplicità della tecnica. I lombrichi hanno trasformato, standosene tranquilli nella loro cassetta, tutti gli avanzi della mia cucina. Senza problemi. Parte dei miei lombrichi sono stati fatti emigrare nelle cassette di amici che hanno voluto provare…
14 maggio 2007
Sul compostaggio
Consiglio spassionato di carattere generale: se, quando segnalo materiali esterni al mio blog, trovate qualcosa particolarmente interessante, sia esso pagina web, pdf o altro, vi conviene sempre salvarlo sul pc.
Una buona parte dei siti o documenti che avevo linkato (o consultato per mia cultura personale anni fa) ha cambiato indirizzo, è stato rimosso o semplicemente tutto il sito non esiste più (cancellato).
La cosa non è simpatica, ma succede, quindi ritenetevi avvisati!
Da un po' ho preso io stessa la cattiva abitudine di non salvare più le pagine, le infilo solo in una cartella dei segnalibri... arma a doppio taglio: se ho potuto recuperare quanto segue, lo devo alla mia saggezza di un tempo, quando non sapevo che esistessero i segnalibri e tutto quello che mi interessava veniva ossessivamente salvato in formato word (poi è facile rintracciarlo, basta segnarsi la fonte, e se il sito sparisce, usando una frase estrapolata dal testo e un motore di ricerca si può recuperare, in caso di spostamenti).
La prima chicca che ho ritrovato è un pdf chiamato Corso di compostaggio domestico. Una volta era un sito e mi ha insegnato praticamente tutto sul compost. E' molto dettagliato, lo definirei illuminante, probabilmente la miglior guida esistente in italiano, per chiarezza ed esaustività, sui vari metodi di compostaggio più o meno domestici. Salvatevelo all'istante!
Quattro anni fa queste pagine mi permisero di costruire una compostiera sofisticatissima (comprensiva di biofiltro) che però non arrivò mai al rodaggio (ero troppo fifona per provarla e non trovavo i lombrichi).
La compostiera che uso adesso è molto più semplice, ma non l'avrei mai costruita se non avessi conosciuto questo documento!
Da esso è stato tratto un altro pdf, più selettivo, dedicato esclusivamente al compostaggio sul poggiolo. Forse questo fa maggiormente al caso nostro, ma per completezza, la guida di italianostra è imbattibile e vale comunque la lettura.
Sul sito del comune di Lesignano si trova ancora un pdf sull'argomento; i contenuti ritornano più o meno simili, ma meglio saperne di più, no?
Un ultimo pdf è dedicato a diverse attrezzature che possono risultare utili, sebbene non siano indispensabili, per compostare.
Se invece vi mancassero le idee sul tipo di compostiera da realizzare, può venirvi in aiuto una ricerca su virgilio immagini alla voce (internazionale) "composter": ne salteranno fuori di ogni forma, colore e dimensione.
Concludo le segnalazioni con una pagina (in inglese) utile per identificare i diversi tipo di invertebrati che potrebbero "invadere" la vostra compostiera; è un po' impressionante, ma serve allo scopo (la lotta - pacifica - all'intruso!!!).
PS: come avevo già spiegato in questo post, sto praticando io stessa (forse) il compostaggio sul balcone. Dico forse perché non so ancora se la cosa sta funzionando al meglio, ma pare che tutto sommato io e i miei torsoli di mela ce la caviamo.
Ho semplicemente comprato un bidoncino da biancheria, volume 50 litri (a fasi alterne mi sembrano troppi o troppo pochi...); l'ho bucato tutto intorno col trapano (punta da 5mm), sui lati e sul coperchio, per arieggiare; ho posizionato delle piccole stecche di canna sul fondo per favorire il drenaggio, approntato un letto di strisce di giornale (rigorosamente quotidiani, in bianco e nero), e da allora aggiungo scarti di verdura e piante, ben sminuzzati, e fogli di giornale a seconda dell'ispirazione. Termino sempre con uno strato di giornale e una manciata di terriccio di compost, che copre gli odori e facilita il processo di degradazione, oltre a tenere lontani gli insetti (sto risolvendo in tal modo il problema dei moscerini).
E' passato un mese da quando ho cominciato, il cumulo emana un buon odore, misto di terriccio e frutta matura. Tengo il tutto umido ma non troppo, e rivoltando sembra che i giornali inizino a sparire confondendosi col resto.
Non ho una regola nè una routine precisa, ma ripeto, sembra che tutto sommato stia andando bene!
E se vi chiedete chi me lo fa fare, vi posso rispondere che non tutti i comuni italiani riciclano l'umido (il mio non lo fa), e se anche il mio lo riciclasse non vedo perché regalare fertilizzante per poi andarmelo a ricomprare per il mio orto!
tratto da "L'orto secondo natura" di M. Howard, Edagricole
ln agricoltura e in orticoltura è consuetudine raccogliere i residui vegetali di ogni genere e gettarli, in modo più o meno ordinato in un cumulo, per ottenere, attraverso la fermentazione e la decomposizione, un prodotto che viene generalmente chiamato composto. Il potere nutritivo di questo composto per gli esseri viventi del terreno (geobionti) è generalmente molto scarso. Con la fermentazione e con la decomposizione incontrollata e irregolare, va perduta la maggior parte delle sostanze più preziose.
Da un cumulo disordinato e trascurato non è possibile ricavare un composto completo ed efficace. Il composto è il prodotto finale della decomposizione di un cumulo di sostanze organiche preparato secondo regole molto precise. È terra nuova, fertile ed odorosa, ottenuta con la decomposizione e non con la fermentazione. Nel capitolo «l processi nel cumulo di compostazione» tratterò in modo più esauriente il significato delle parole fermentazione e decomposizione. Solo un composto di questo tipo è comunque in grado di nutrire gli esseri viventi del nostro terreno e di elevarne il suo contenuto di humus. Si, soltanto da questo tipo di composto miliardi di esseri viventi (geobionti) passano nel nostro terreno e lo migliorano. Solo in questo modo possiamo ottenere il necessario affinamento del terreno che costituisce uno dei
presupposti fondamentali di ogni fertilità.
La posizione deII’impianto di compostazione
Il Prof. Seifert nel suo libro «Agricoltura e orticoltura senza veleni» scrive, molto giustamente, che una zona di compostazìone apportunamente scelta non ha nulla in cumune con quei mucchi disordinati di rifiuti che è possibile vedere nell'angolo più discosto sia del piccolo orticello che delle grandi coltivazioni. Questa zona dovrebbe distinguersi da||’immagine suddetta come un caseificio si distingue da un mucchio di ferro vecchio. Il settore dell'orto destinato alla compostazione non deve essere qualche cosa che si preferisce nascondere a cui ci si avvicina solo malvolentieri. Questa è la zona da cui deriva la salute e la fertilità del terreno.
Importante è anzitutto la sua posizione. Non deve essere troppo fuori mano perché sia possibile raggiungere facilmente ogni punto de|l’orto, eventualmente anche con la carriola. Se il settore di compostazione debba essere impiantato in una zona soleggiata o in una ombreggiata questo dipenderà dalle condizioni climatiche prevalenti nella zona.
I diversi metodi di preparazione del compost
Esistono diversi metodi di preparazione del composto che se vengono correttamente applicati, permettono tutti di ottenere i risultati desiderati. Descriverò, qui di seguito, tre di essi: la cassa di compostazione o silo, il cumulo e la botte di compostazione.
La cassa di compostazione deve essere priva di fondo affinché i lombrichi e gli altri componenti della fauna terricola possano salire e scendere a loro piacimento. Le dimensioni della cassa dipendono dalla quantità di residui disponsibili. Siccome, con il passare del tempo, il materiale in essa raccolto diminuirà sensibilmente di volume, una cassa è in grado di contenere molto più materiale di quanto inizialmente si possa pensare. Le tavole che costituiscono le pareti devono avere una distanza di 5 cm in modo che l'aria possa entrare da tutti i lati. Ci si ponga come obiettivo di riempire la cassa entro due mesi, quanto prima tanto meglio. Il materiale contenuto nella cassa deve essere lasciato tranquillo fino alla maturazione (6-10 settimane). Per questo motivo ogni orto deve disporre di almeno due casse che possono avere le dimensioni seguenti:
50 cm lunghezza 60 cm altezza 120 cm lunghezza 100 cm altezza 120 cm lunghezza 100 cm altezza
50 cm larghezza 90 cm larghezza 200 cm larghezza
Il legno impiegato per la costruzione delle casse di compostazione non deve assolutamente essere stato trattato con sostanze impregnanti di origine chimica perché queste ucciderebbero gli organismi vegetali ed animali che vivono nel composto o, quanto meno, li danneggerebbero. Si possono naturalmente usare le casse di compostazione di calcestruzzo o di eternit che si trovano in commercio solo che in esse la decomposizione avviene più lentamente. Possono essere usati anche i sili di rete metallica ma il composto si essicherà leggermente in corrispondenza della superfice esterna. Questo svantaggio può essere eliminato nel seguente modo: Si appende all’interno del silo un sacco di plastica di quelli usati per le immondizie e al quale sia stato tolto il fondo. Sulle pareti del sacco si praticano, con il tridente, alcune serie di fori al fine di garantire la libera circolazione dell'aria. Si possono anche disporre delle tavolette di legno all'interno del silo aventi una larghezza di 6-8 cm e distanti tra loro circa 5 cm. Le tavolette possono essere disposte anche sulla superfice esterna del silo e fissate con filo di ferro. Le casse di compostazione o i sili di rete metallica sono adatti specialmente per i piccoli orticelli a causa delle loro dimensioni ridotte.
Il cumulo di compostazione è a due falde, ha un’altezza di soli 50-60 cm e una larghezza di 80 cm oppure un'altezza di 100-120 cm e una larghezza di 150 cm.
Cosa si può compostare?
A questa domanda i manuali di orticoltura forniscono le risposte più diverse e anche tra gli esperti esiste una grande divergenza di opinioni. Nel manuale di orticoltura del Bòttner, edito nel 1902, sono riportati, su tre pagine, oltre 35 tipi di residuati che possono essere usati per la preparazione del composto. In altri libri specializzati, l'eIencazione si limita ai residui provenienti dal giardino escludendo le parti di piante malate e il fogliame. Dopo molti anni di esperienza in questo campo sono del parere che è possibile compostare tutto il materiale organico che viene normalmente considerato come lo scarto dell’orto e della cucina. Si deve tenere però presente che non si può gettare sul cumulo del composto ogni cosa che capita sotto mano senza una scelta opportuna e in quantità illimitata. lo penso qui in particolare alla carta di giornale. La carta di un quotidiano viene accettata senza difficoltà dal cumulo di compostazione di un orto casalingo. Quando invece, si vogliono compostare grandi quantità di carta bisogna disporre anche di altri residui in quantità sufficente.In linea di massima, si possono compostare i seguenti residui: Tutti gli avanzi della cucina anche i fondi di caffè e di tè, tutta la carta non stampata, il giornale quotidiano, il sacco del|’aspirapolvere, avanzi di lana, capelli, cenere di legna e di carbone, la fuliggine del camino, la segatura e i trucioli di legno. Nella cucina del proprietario di un orto devono pertanto essere disponibili due pattumiere: una per i rifiuti che possono essere decomposti e l'altra per quelli che devono essere gettati. Ciò è possibile anche per coloro che pur vivendo in città dispongono di un piccolo orticello. La pattumiera con i rifiuti destinati alla compostazione deve essere vuotata ogni volta che si va nell'orto e ciò succede sicuramente almeno due volte alla settimana. Si constaterà presto che ogni volta il secchio è pieno soltanto fino a metà. A mio giudizio, ogni proprietario di orto dovrebbe sentire il dovere di riportare nel terreno, sotto forma di composto, la maggior quantità possibile di sostanze organiche anziché mandarle al|’impianto di incenerimento.
Trasformeremo inoltre in composto tutti ma veramente tutti i residui dell'orto come gli avanzi di piante, le foglie e la rasatura di prato se non viene già impiegata per la copertura del terreno (vedere il capitolo: La copertura del terreno). l mucchi di residui della potatura di alberi, cespugli e siepi che nelle città vengono deposti ai margini delle strade per essere trasportati alla discarica e che in campagna vengono gettati nei torrenti o nei depositi di immondizie, dovrebbero invece essere usati per la compostazione. Questi residui dovrebbero essere sminuzzati quando sono ancora verdi perché sono meno duri. Essi renderanno più aerato il cumulo del composto ed eviteranno così la formazione di processi fermentativi.
Anche le erbacce vengono compostate ma dovrebbero essere deposte sul cumulo quando non hanno ancora i semi. Se sono già fiorite, esse dovranno essere collocate nel centro del cumulo in modo che il calore che si sviluppa in questo punto e la presenza di determinate sostanze chimiche neutralizzino la germinabilità dei semi. Utilizzeremo infine, per la compostazione, la paglia ed il letame animale nel caso possiamo disporre di questi materiali.
Il compostaggio – teoria e pratica
Introduzione
(dall’opuscolo “Corso Compostaggio domestico” di F. Valerio, www.village.it/italianostra)
[Ogni anno, sul pianeta Terra, il 5,5 % della sostanza organica che fa parte del mondo vegetale " muore", per vecchiaia, malattie, per il rinnovo stagionale del manto fogliare. E' una massa enorme di materia organica (25 miliardi di tonnellate di solo carbonio) che pur decomponendosi, più o meno velocemente, non provoca problemi d'inquinamento. La conferma è una passeggiata nel bosco in autunno inoltrato. Rimescolando il manto di foglie morte si avvertirà un odore gradevole e si scoprirà che man mano che si va in profondità, foglie, rami, resti d'animali ed insetti, perdono progressivamente la loro forma ed i colori originali perciò a pochi centimetri di profondità si troverà solo un terriccio soffice, di colore scuro che profuma di "bosco", ricco di HUMUS. E' invece esperienza comune che gli scarti di cucina di natura vegetale, messi nel sacchetto della spazzatura, dopo qualche giorno emettono odori sgradevoli ed è opportuno disfarsene.
La differenza di comportamento tra il sottobosco e la pattumiera è che in realtà il primo è un super organismo vivente: un ettaro di suolo fertile, fino ad una profondità di 30 centimetri può contenere più di sette tonnellate d'esseri viventi, (batteri, funghi, protozoi, alghe, nematodi, anellidi, insetti). Sono proprio loro che fanno la differenza, che alla fine di una lunga e complessa sequenza di trasformazioni chimiche e biochimiche, di complicate catene alimentari, degradano le sostanze organiche in sostanze nutrienti e anidride carbonica e trasformano l'azoto organico e atmosferico in sali d'azoto assimilabili a loro volta dalle piante. Nello stesso tempo una miriade di insetti, lombrichi ed altre creature, rimescolano il terreno in cerca di cibo e così facendo lo rendono soffice, permeabile all'aria e all'acqua e facilitano l'accumulo di umidità e l'assorbimento di sostanze nutritive che sono rilasciate lentamente, assecondando le necessità nutritive delle piante che crescono su questo terreno. L'esempio che abbiamo illustrato è la dimostrazione che, la natura non conosce il concetto di rifiuto e nei suoi grandiosi cicli (dell'aria, dell'acqua, della materia vivente) riutilizza tutto. Al contrario la specie umana, in particolare in questi ultimi decenni, ha creato un nuovo problema, quello dei RIFIUTI, poiché, privilegiando le leggi del mercato e del consumo senza limiti, non ha voluto comprendere ed applicare le leggi della natura.
COME SI FORMA L'HUMUS Piante e foglie morte, frutti caduti al suolo, spoglie e deiezioni d'animali, cioé, tutte le sostanze organiche che si accumulano nel sottobosco, diventano il nutrimento, la fonte di vita del super- organismo formato dagli innumerevoli e microscopici esseri viventi che popolano il terreno.
Le grandi molecole organiche presenti nei vegetali (amidi, zuccheri, cellulosa, resine, oli..) diventano cibo per i batteri e per altri micro organismi che dalla degradazione di queste molecole, a base di carbonio, traggono energia. Alla presenza di una giusta quantità di sostanze contenenti azoto (nitrati,urea,proteine..) i batteri possono utilizzare questa energia per sintetizzare nuove proteine e moltiplicarsi. Pertanto in condizioni ottimali, a spese della
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materia organica sempre più degradata,può crescere in modo vertiginoso la popolazione di batteri.
Dal punto di vista chimico quello che abbiamo sinteticamente descritto è una progressiva ossidazione biologica delle complesse sostanze organiche per opera dei micro organismi che vivono nel terreno. Grazie alla loro attività il carbonio organico si lega all'ossigeno atmosferico formando anidride carbonica ed acqua. Da questa reazione si libera energia che, in parte, i batteri stessi utilizzano per le loro funzioni vitali ed in parte è dispersa nell'ambiente, sotto forma di calore. Quello che non è gradito come cibo ai batteri è invece appetibile a muffe e funghi che lasciando come scarto del loro banchetto molecole ancora più semplici, si moltiplicano anch'essi fino a quando c'è cibo a sufficienza. Su quello che resta dell'originaria materia organica e sugli stessi batteri e funghi, si avventa una miriade d'organismi di maggiori dimensioni quali insetti, artropodi, anellidi che, oltre a finire di mangiare le briciole, scavano e rimescolano quello che ormai è diventato un soffice terriccio bruno su cui l'ossigeno dell'aria e l'acqua apportano le ultime trasformazioni chimico-fisiche.
Dopo qualche mese, finito il grande banchetto, dell'originaria materia organica morta e delle sue strutture macroscopiche non vi è più traccia. Tutto si è trasformato in una cosa nuova, il COMPOST, ovvero un terriccio fine ricco d'organismi viventi e di sostanze nutritive, nelle condizioni fisiche e chimiche ottimali per essere facilmente assorbite dalle radici delle piante. Molto del carbonio organico presente nella biomassa morta è tornato in atmosfera sotto forma d'anidride carbonica, pronta ad essere assorbita dalle piante verdi per ridiventare, grazie all'energia solare e alla foto sintesi clorofilliana, nuovamente biomassa vegetale vivente (foglia, fiore, frutto, corteccia, frutto). E il grande ciclo della vita può continuare.
LA RICETTA "VELOCE" PER UN BUON COMPOSTAGGIO Affinché' i processi di humificazione e compostaggio di sostanze organiche vegetali vadano a buon fine, anche in condizioni artificiali, sono indispensabili i seguenti ingredienti:
• un volume di biomassa finemente triturata di circa 1 metro cubo, formata di 30 parti di carbonio e 1 parte d'azoto
• aria a volontà
• acqua, quanto basta al benessere di muffe, funghi e batteri
• un po' di batteri e microrganismi,
• qualche lombrico Mescolare bene questi ingredienti, operare affinché l'aria circoli sempre in abbondanza in questo "impasto" e la quantità d'acqua si mantenga nelle giuste proporzioni. Nel materiale sottoposto a compostaggio si assisterà, in ordine di tempo, ai seguenti fenomeni:
1. sviluppo di colonie di muffe e funghi 2. riscaldamento progressivo, fino a raggiungere 50-60 °C, al suo interno 3. disgregazione dei componenti, con una riduzione del volume iniziale fino al 50% 4. raffreddamento del compost 5. eventuale diffusione di lombrichi all'interno del cumulo di compost Se la ricetta è ben eseguita e se il materiale trattato è frequentemente rimescolato, l'intero processo di compostaggio può durare anche alcuni giorni; lasciando il cumulo fermo e avendo provveduto solo ad una grossolana triturazione, il compostaggio completo richiederà alcuni mesi (da 4 a 5 mesi, secondo la stagione).]
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Decomposizione aerobica
Il compostaggio permette dunque di riprodurre in piccola scala quello che avviene in natura nelle lettiere dei boschi o negli strati più superficiali dei terreni incolti, cioè il passaggio dei residui organici a humus. Il compost è il prodotto finale della decomposizione di un cumulo di sostanze organiche preparato secondo regole molto precise. E’ terra nuova, fertile ed odorosa, ottenuta con la decomposizione e non con la fermentazione. Esistono infatti due tipi di decomposizione:
• la decomposizione anaerobica che avviene in assenza di ossigeno, e genera la putrefazione. I batteri che la provocano, generano prodotti del ricambio che, in gran parte, emanano cattivo odore e sono nocivi per la vita del terreno e la salute delle piante
• la decomposizione aerobica, avviene ad opera di microorganismi che respirano aria ed è quella che noi perseguiamo perché non genera alcun odore. Per eseguire un compostaggio corretto è necessario guidare il processo, miscelando opportunamente i differenti materiali, le cui dimensioni, umidità e tipologia debbono facilitare il processo trasformativo.
Rapporto Carbonio / Azoto
Di particolare importanza è il rapporto tra carbonio (amidi, zuccheri e cellulosa come pasta, cereali, segatura) e azoto (proteine come scarti di cucina e dell’orto, brodo della cottura a vapore del pesce, brodo di ammollo legumi crudi, erbe spontanee dei prati come ortica, farinaccio, scarti di leguminose fresche). Infatti affinché i batteri possano svilupparsi bene è necessario che abbiano a disposizione sia sufficiente energia (dalla "combustione" del carbonio), sia materia prima per l'assemblaggio di proteine (molecole ricche d'azoto). Il rapporto ottimale di carbonio e azoto, nella dieta dei batteri, deve essere di 30 a 1. In altre parole, nel materiale da compostare per ogni Principali materiali
parte d'azoto ce ne devono essere trenta di utilizzabili per il
carbonio. La Tabella a fianco riporta il valore compostaggio Rapporto
medio del rapporto tra carbonio e azoto in diversi materiali che possono essere utilizzati nel compostaggio. Rapporto Carbonio / Azoto Carbonio/Azoto
VERDI Scarti freschi dell'orto 7
Sfalcio d'erba 12 Paglia di legumi 15 Letame maturo 15-20 Erba medica 15-25 Scarti di cucina 23
Come si vede dalla tabella, gli avanzi di cucina ed in generale i vegetali freschi (in prevalenza di colore verde), rispetto al rapporto ottimale carbonio/azoto sono leggermente carenti in carbonio, mentre i vegetali secchi (di prevalente colore marrone) sono carenti in azoto. Parti aeree delle piante 25 Quindi, per semplicità classifichiamo come "VERDI" tutti gli avanzi con un rapporto Aghi di pino 30
carbonio/azoto minore o uguale a trenta, mentre attribuiamo la categoria di "MARRONI" a MARRONI
tutti gli altri avanzi. Foglie secche 50
Paglia 50-150 Segatura
Per avere sostanza organica con un rapporto ottimale Carbonio/Azoto, si può seguire la regola empirica di mescolare bene due parti di avanzi "Verdi" con una parte di avanzi "Marroni".
Gli avanzi di cucina hanno un rapporto carbonio/azoto pari a 23. Ciò significa che, rispetto al valore ottimale (trenta) sono carenti in carbonio. Un suggerimento, in tal caso, è aumentare la percentuale di carbonio, inserendo nel composter sacchetti in carta per alimenti, fazzoletti e tovaglioli di carta, ricchi in carbonio. Ovviamente e' opportuno che questi oggetti in cellulosa siano prima strappati in piccoli pezzi o in strisce e quindi ben mescolati con gli avanzi vegetali. Nel Compostaggio domestico, per avere un rapporto Carbonio/Azoto ottimale, mescolate uguali volumi di carta e di scarti vegetali. L'aggiunta di carta e cellulosa agli scarti vegetali può anche essere utilizzata per regolare la quantità di umidità del cumulo. Se l'umidità vi sembra eccessiva, aggiungete la carta tal quale; se il cumulo tende facilmente a seccare, inumiditela leggermente. Il compostaggio - teoria e pratica.doc 3:11
Anche la segatura può essere utilizzata per correggere sia quantità eccessive d'azoto (che caratterizza, ad esempio, gli sfalci d'erba e gli scarti freschi dell'orto) sia quelli d'acqua, ma Si sconsiglia fortemente l'uso di segatura di legni trattati o verniciati perché potrebbero essere introdotti nel compost prodotti nocivi (cromo, creosoti, anti muffe, pesticidi..)
Aerazione
L’aerazione è fondamentale: i microrganismi necessitano di ossigeno per portare a termine il loro lavoro; in assenza di sufficiente ossigeno il processo si ferma: un consiglio semplice ed efficace è quello di mescolare ogni tanto gli strati. Il compost va tenuto coperchiato, ma aerato.
Umidità
L’umidità ottimale è tra il 40 ed il 60%. Il grado di umidità ottimale del compost equivale a quello di una spugna strizzata. Una prova empirica per verificare la presenza di un eccesso d'acqua si effettua stringendo nel pugno una manciata di compost; se esce acqua, l'umidità è eccessiva e pertanto deve essere ridotta.
Il rapporto tra azoto e carbonio, se è equilibrato, innesca bene le reazioni di chimica organica che portano ad un concime organico di buona qualità, a lento rilascio, in grado di rendere la terra soffice, con un apporto di azoto di 5 volte superiore al letame. Se il rapporto tra carbonio , azoto e umidità non è giusto il cumulo fatica a far “partire” i suoi processi. In questo caso è necessario fare del decotto (oppure macerato) di ortica e bagnarlo, senza esagerare, per evitare scolaticci verso i piani inferiori o ristagni nella base. E’ possibile anche raccogliere un po’ di foglie o di erbe a margine di qualche prato e aggiungerlo al compost con beneficio in fertilità del prodotto ottenuto.
Triturazione
In città predominano gli scarti di cucina di vegetali cosparsi di antiparassitari. Sarà buona abitudine lavare frutta e verdura anche se non si consuma la buccia e per alcuni rifiuti ridurre le dimensioni, tagliandoli a pezzi (ad esempio le fette di anguria), perché il materiale ridotto in piccoli pezzi si decompone più facilmente e più rapidamente e viene inoltre facilitata la miscelazione e la disposizione nel compost. Gli avanzi di cucina possono essere sminuzzati in modo adeguato con tagliere e mezzaluna. Nel giardino e nell'orto, un robusto "machete" può essere sufficiente per frantumare resti di ortaggi, sminuzzare erba secca e ramaglie sottili. L'acquisto di un bio trituratore, può essere giustificato solo se si dispone di grandi estensioni di terreno con molti alberi e arbusti soggetti a frequenti potature.
Il calore
(dall’opuscolo “Corso Compostaggio domestico” di F. Valerio, www.village.it/italianostra)
[Il buon andamento del compostaggio si misura con l'aumento della temperatura al suo interno.
L'aumento di temperatura segnala che i batteri sono al lavoro, che la loro popolazione aumenta e che quantità crescenti di sostanza organica viene da loro degradata. Occorre tuttavia avere presente che elevate temperature si raggiungono solo con cumuli il cui volume sia di circa un metro cubo (mille litri). In queste condizioni la quantità di calore che si disperde dalla superficie del cumulo è inferiore al calore prodotto al suo interno; di conseguenza la temperatura del cumulo si riscalda progressivamente fino a raggiungere, al suo interno, 50-60 °C. Questa situazione è auspicabile, poiché l' elevata temperatura elimina eventuali parassiti e agenti patogeni e inattiva i semi d'eventuali piante infestanti introdotti involontariamente nel cumulo. Se il volume del cumulo è inferiore ad un metro cubo, la maggiore dispersione del calore non permette il raggiungimento d'elevate temperature; in tal caso si parla di compostaggio freddo che, ovviamente è più lento di quello caldo e non ne ha i vantaggi ma rende possibile il costante valido aiuto dei lombrichi.] Il compostaggio - teoria e pratica.doc 4:11
Cosa non compostare
In genere è possibile compostare tutto il materiale organico che viene normalmente considerato come lo scarto dell’orto e della cucina. Si deve però tener presente che non si può gettare nel compost ogni cosa che capita sotto mano senza una scelta opportuna e in quantità illimitata. In particolare per la preparazione del compost non si devono usare:
• Carne, pesce, ossa.
• Prodotti caseari.
• Oli e grassi.
• Lettiere di cani, gatti, uccelli. Gli avanzi di pesce e le proteine animali in genere attirano fortemente insetti ed eventuali topi. La lettiera del gatto può ospitare parassiti come Toxoplasma gandii e Toxocara cati. Olii e grassi inibiscono lo sviluppo batterico. Ottimi sono i residui di tisane (the, camomilla, tiglio, ecc.), meno i fondi di caffè che vanno bene aggiunti nei vasi per piante che richiedono terreno acido (piante tropicali).
Attivatori / Integratori
Si possono utilizzare degli “attivatori” per il compostaggio (complesso di enzimi, batteri e lieviti termofili liofilizzati, da lasciare a bagno per 15 ore e sciolto preventivamente in acqua a 38°) insieme al litotamio (alghe dell’Oceano Atlantico in polvere), da aggiungere (qualche cucchiaio) su ogni strato di 20-25 cm di rifiuti, utile per evitare cattivi odori, tenere lontano insetti e aumentare la qualità del compost, evitando dispersioni di azoto in fuoriuscita di gas ammoniacali. Entrambi si possono acquistare nei negozi di prodotti biologici o in negozi per il giardinaggio specializzati dove si possono reperire anche altri materiali equivalenti: “farina di roccia”, “polvere di ossa”, ecc. Aggiungere ogni tanto anche della terra.
Strato di fondo
E’ importante prevedere uno strato sul fondo del composter fatto di rametti sminuzzati di specie erbacee sgradevoli agli insetti, secche o fresche, come tanaceto, artemisia, assenzio, mente spontanee, foglie di lauro e rametti. Questo strato adempie a due funzioni: aerazione sottostante e repellenza di eventuali insetti. Al di sopra di questo strato è consigliabile porre foglie e getti teneri di ortiche, per il loro alto contenuto in minerali.
Posizione
Importante è la posizione del composter. Deve esser facilmente raggiungibile da ogni punto dell'orto, eventualmente anche con la carriola, se posto in giardino/orto. Nel cumulo del compost deve esistere un calore umido. Ciò si ottiene scegliendo, nei paesi a clima caldo, una zona ombreggiata, mentre nei paesi a clima freddo il calore necessario per la rapida maturazione del compost si potrà ottenere in un punto dell'orto esposto al sole. Deve sempre essere prevista una protezione dal vento perché il cumulo del compost è una specie di incubatrice ed è pertanto consigliabile circondare tutta da zona con una siepe o con un folto gruppo di cespugli.
In genere si dovrebbe riservare alla zona del compost l' 8 - 10% della superficie totale dell'orto. Si consiglia vivamente di rivestire i sentieri che portano alla zona del compost con piastrelle di cemento. Ciò aiuterà a mantenere il luogo più facilmente pulito e ordinato, faciliterà gli spostamenti con la carriola e impedirà che il compost si appiccichi alla suola delle scarpe.
Durata
La durata del processo di trasformazione dipende dal clima, dai materiali utilizzati e dal corretto allestimento del cumulo. Ma in una stagione o due al massimo il compost dovrebbe essere maturo: si sbriciola facilmente senza compattamenti. Il colore è bruno. Una colorazione molto scura e di odore acido denuncia, invece, una cattiva fermentazione, come la presenza di muffe o odore di stantio. Il pH ottimale deve essere tra 6 e 7,4. La trasformazione termofila, provocata dai fermenti, distrugge le spore crittogame (disinfetta) e la vitalità dei semi delle infestanti.
Il compostaggio - teoria e pratica.doc 5:11
Realizzazione di un composter La cassa di compostazione (dal libro “L’orto secondo natura” di Matio Howard).
Deve essere priva di fondo affinché i lombrichi e gli altri componenti della fauna terricola possano salire e scendere a loro piacimento. Le dimensioni della cassa dipendono dalla quantità di residui disponibili. Siccome, con il passare del tempo, il materiale in essa raccolto diminuirà sensibilmente di volume, una cassa è in grado di contenere molto più materiale di 5 cm
quanto inizialmente si possa pensare. Le tavole che costituiscono le pareti devono avere una distanza di 5 cm in modo che l'aria possa entrare da tutti i lati. Ci si ponga come obiettivo di riempire la cassa entro due mesi, quanto prima tanto meglio. Il materiale contenuto nella cassa deve essere lasciato tranquillo fino alla maturazione (6-10 settimane). Per questo motivo ogni orto deve disporre di almeno due casse che possono avere le dimensioni seguenti:
• 50 cm larghezza 50 cm lunghezza 60 cm altezza
• 90 cm larghezza 120 cm lunghezza 100 cm altezza
• 200 cm larghezza 120 cm lunghezza 100 cm altezza Il legno impiegato per la costruzione delle casse di compostazione non deve assolutamente essere stato trattato con sostanze impregnanti di origine chimica perché queste ucciderebbero gli organismi vegetali ed animali che vivono nel compost, quanto meno, li danneggerebbero. Si possono naturalmente usare le casse di compostazione di calcestruzzo che si trovano in commercio solo che in esse la decomposizione avviene più lentamente. Possono essere usati anche i sili di rete metallica ma il compost si essiccherà leggermente in corrispondenza della superficie esterna. Questo svantaggio può essere eliminato nel seguente modo: Si appende all'interno del silo un sacco di plastica di quelli usati per le immondizie e al quale sia stato tolto il fondo. Sulle pareti del sacco si praticano, con il tridente, alcune serie di fori al fine di garantire la libera circolazione dell'aria. Si possono anche disporre delle tavolette di legno all'interno del silo aventi una larghezza di 6-8 cm e distanti tra loro circa 5 cm. Le tavolette possono essere disposte anche sulla superficie esterna del silo e fissate con filo di ferro. Le casse di compostazione o i sili di rete metallica sono adatti specialmente per i piccoli orticelli a causa delle loro dimensioni ridotte.
Il cumulo di compostazione (dall’opuscolo “Corso Compostaggio domestico” di F. Valerio, www.village.it/italianostra)
[Se si dispone di adeguati spazi e di terreno libero non è necessario avere particolari contenitori per fare il compostaggio. Quando si hanno diversi metri cubi di materiali da compostare (sfalci d’erba, foglie, potature) si può realizzare un cumulo di base rettangolare (lato minore: 2-2,5 metri) e di un’altezza di 60-70 centimetri. La lunghezza del cumulo dipende ovviamente dalla quantità complessiva di sostanza organica dis
ponibile. Il cumulo può essere realizzato anche per successiva aggiunta nel tempo del materiale da compostare fino a raggiungere il volume minimo per far partire il compostaggio caldo. Come in tutti i sistemi di compostaggio è importante che il primo strato del cumulo, alla sua base, sia formato da ramaglie. Tale strato, alto circa 20 centimetri serve a garantire l’aerazione
Il compostaggio - teoria e pratica.doc 6:11
nel punto più critico del cumulo, dove con l’accumulo di acqua e la compattazione creata dal peso del materiale sovrastante si potrebbero formare zone prive di ossigeno. Anche per questo motivo è utile che la terra dove sarà fatto il cumulo sia stata in precedenza zappettata per facilitare l’aerazione, il drenaggio e anche per facilitare il passaggio di lombrichi dal terreno al cumulo. Si procede poi alla progressiva stratificazione del materiale da compostare con la solita raccomandazione di mescolare bene materiale “ verde” e “marrone” nei rapporti già indicati, verificando l’arieggiamento e la corretta umidità di ogni strato. Se si ha il materiale a disposizione, ogni strato di materiale fresco, può essere spolverato, oltre che con compost e terra (da aggiungere sempre), anche con polvere di roccia, alghe secche, cenere di legna. Se si composta molta erba verde è opportuno ridurne la naturale acidità con un’abbondante spolverata di calce spenta (idrato di calcio) o, in alternativa, con cenere di legna perché anche essa è in grado di neutralizzare l’eccessiva acidità.
Può essere utile utilizzare coperture di “tessuto non tessuto”, in vendita presso i negozi di giardinaggio, in quanto resistenti e traspiranti.
Lo stesso accorgimento è utile per ridurre l’evaporazione nei giorni più soleggiati. In tal caso possono essere usati anche dei cannicciati. Ricordarsi comunque di rimuovere le coperture quando non servono più, in quanto il cumulo deve poter “respirare” liberamente. Come abbiamo già detto la temperatura di cumuli il cui volume sia maggiore di un metro cubo si dovrebbe innalzare dopo pochi giorni dalla sua formazione. Questo evento può essere misurato con un termometro elettronico, legando la sua sonda alla cima di un bastone da inserire all’interno del cumulo, attraverso un foro praticato in precedenza. Per sua natura il cumulo “caldo” Il materiale così disposto si decompone molto rapidamente, più rapidamente che nei sili o nelle casse di compostazione in modo che nel periodo della vegetazione è possibile disporre di compost maturo già dopo 2 o 3 mesi a condizione che non faccia troppo freddo.
Fattori incontrollati, un momento di distrazione da parte vostra o di scarsa chiarezza da parte nostra potrebbe provocare piccoli disastri ecologici quali un compostaggio troppo lento o, peggio, la produzione di odori nauseabondi. In ogni caso, niente paura. A tutto si può porre rimedio e per facilitarvi ecco un semplice risolvi-problema. Ad ogni sintomo corrispondono alcune specifiche cause. Valutate, nel vostro caso, quale possa essere la principale causa e agite subito di conseguenza.
Sintomi Cause Soluzioni Il cumulo non si riscalda
Carenza di acqua o di azoto Rimescolare bene il cumulo aggiungendo acqua e/o
scarti verdi o cornunghia o sangue secco di bue Volume del cumulo non adeguato
Portare il volume del cumulo ad almeno un metro cubo con una giusta miscela di “verde” e “marrone”. Coprire il cumulo con uno strato uniforme di terriccio, foglie secche, paglia. Fare compostaggio Freddo Il compost emana cattivo odore
Aria insufficiente Rimescolare bene il cumulo per arearlo
Troppa acqua Rimescolare bene il cumulo aggiungendo materiale
secco (segatura, giornali a strisce, materiali assorbenti utilizzati per lettiere di animali domestici) ]
Il compostaggio - teoria e pratica.doc 7:11
Compostaggio in contenitori (dall’opuscolo “Corso Compostaggio domestico” di F. Valerio, www.village.it/italianostra)
Nei casi in cui la disponibilità di materiali da compostare è inferiore a un metro cubo, per non disperdere la massa da compostare, per tenere separati i materiali a diversi gradi di maturazione, per non disperdere calore e umidità, per tenere lontani mosche, roditori o altri animali in cerca di cibo o di tane confortevoli, si possono usare idonei sistemi di contenimento (i compostatori). Forme, materiali e dimensioni possono essere le più varie. Ne esistono già prefabbricati, ma è possibile trovare molto spazio alla fantasia, all'ingegno e al riciclaggio dei materiali.
Se utilizzate contenitori chiusi ricordatevi che il rischio maggiore è quello di un'eccessiva presenza d'acqua nel cumulo.
Il riempimento e la gestione dei compostatori chiusi sono simili a quanto descritto per il cumulo. Ricordatevi che trattando piccoli volumi di scarti, la degradazione avviene a "freddo", pertanto si deve evitare di compostare piante malate o piante infestanti. Per evitare l'accumulo di acqua o la creazione di zone prive d'aria è opportuno rimescolare più volte il compost in formazione. In tutti i casi i compostatori o il cumulo devono essere collocati in zone di mezzo sole, eventualmente protetti dal vento e dall'eccessivo soleggiamento con arbusti e piante rampicanti.
Di seguito sono illustrati nel dettaglio due modalità di realizzazione di un composter a barile, uno utilizzando i lombrichi, l’altro senza.
Il compostaggio - teoria e pratica.doc 8:11
Composter “a barile” (con lombrichi) (secondo le indicazioni raccolte in un corso di “Permacultura” tenuto da Jhon Button, discepolo di Bill Mollison, noto come il creatore della “permacultura”).
1. Prendiamo un bidone di plastica (200-300 l) provvisto di coperchio, da disporre un po' sollevato
2. Realizziamo dei fori laterali in alto al bidone per l’aereazione ed applichiamo dall’interno una retina metallica per evitare che entrino animali / insetti.
3. Facciamo un buco, non troppo grande, in fondo al bidone ed applichiamo un rubinetto fissato con un dado (esistono in commercio rubinetti a farfalla adatti a questo utilizzo);
4. In fondo al bidone realizziamo un primo strato che funge da filtro (c.a. 20 cm di altezza) con ghiaia, mattoni spezzati, pietre;
5. Aggiungiamo un ulteriore strato di terra (c.a. 30 cm di altezza);
6. Aggiungiamo tre pezzi di letame di mucca abbastanza fresco;
7. Aggiungiamo i lombrichi (c.a. 100);
8. Ricopriamo con paglia
9. Chiudiamo con il coperchio di plastica e lasciamo riposare per 10 gg circa senza bagnare mai.
10. A questo punto il “composter” è pronto quindi possiamo versare dentro i vari residui organici preferibilmente già un po’ tagliuzzati per velocizzare il processo di decomposizione.
Il compost non deve essere mai eccessivamente bagnato, umido sì. L’umido in eccesso (cosiddetto percolato) uscirà dal rubinetto e può essere utilizzato quale ottimo fertilizzante. Svuotare il bidone 1 o 2 volte l’anno.
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Effetto Farfalla: A scuola di compostaggio
Da un laboratorio bilancista esperienze e idee da mettere in pratica per ridurre e compostare rifiuti.
A scuola dalla natura
Piuttosto che elencare gli innumerevoli problemi legati allo smaltimento dei rifiuti e i costi sopportati per lo più dalla collettività, per il loro smaltimento, questa volta esploriamo la possibilità di eliminare circa il 30% dei rifiuti solidi urbani – i nostri scarti di cucina e il materiale organico–. L’esperienza indica che è possibile non solo eliminarli e quindi evitare che debbano essere smaltiti in discarica, ma al tempo stesso produrre dell’ottimo humus da restituire alla terra. Attraverso la pratica del compostaggio, si impara dalla Natura stessa, l’unica che non crea rifiuti che non siano totalmente riutilizzabili! Tutte le sostanze che le piante e gli animali producono nel corso del loro sviluppo vengono infatti restituite al ciclo naturale e perennemente trasformate.
Nel bosco è possibile osservare e annusare il tipico profumo che deriva dalle foglie e altri residui vegetali che si decompongono lentamente e tornano a diventare componenti del terreno. La decomposizione, fenomeno che sta alla base del compostaggio, rappresenta un momento di passaggio attraverso il quale le sostanze organiche subiscono uno sgretolamento prima di trasformarsi in compost. In questa fase l’intera massa di materiale organico, se il processo funziona bene, contiene una giusta percentuale di aria e d’acqua, in modo da avere una consistenza non troppo umida né troppo asciutta.
Gli organismi viventi, presenti nel terreno, nell’aria e nell’acqua, si ciberanno delle sostanze organiche conferite e il risultato delle loro digestioni sarà il processo di decomposizione e trasformazione totalmente naturale che produrrà humus.
Questo processo biologico non è solo naturale, ma anche indispensabile per mantenere il terreno fertile. Senza la restituzione dei resti organici il terreno si impoverisce velocemente.
Il compost, si può dire, è l’humus che la natura produce con la collaborazione dell’uomo.
Che cosa si può compostare
In generale si possono compostare quasi tutti i resti vegetali e animali, ovvero tutto ciò che un tempo è stato vivente e che i microrganismi possono "digerire".
La selezione dei materiali inizia in cucina dove è bene predisporre un secchio apposito per i rifiuti organici.
SI’ NO
Resti di frutta e ortaggi Plastica, gomma
Resti di cibi cotti
(in misura limitata e al centro del composto) Ossa
(carne e pesce, se possibile, evitarle)
Fiori secchi Materiali sintetici
Filtri di tè e caffè Vetro e ceramica
Gusci d’uova triturati Metalli
Resti di lana, piume, capelli (se non colorati) Riviste patinate
Erbacce Fuliggine, cenere di carbone
Erba (seccata) Sacchetti dell’aspirapolvere
Fogliame
Materiali legnosi sminuzzati
In piccole quantità:
Cenere di legna (max 2-3 Kg per metro cubo)
Carta non stampata e cartone
Escrementi di piccoli animali
I vari materiali compostabili vengono più o meno facilmente "demoliti" nella loro struttura fisica dagli organismi. Per facilitare l’azione di questi instancabili lavoratori, è opportuno agevolarli, spezzettando e miscelando bene i materiali più grossolani, prima di introdurli nel composter.
Rispetto ai resti di cibi cotti il problema riguarda gli altri animali, come i topi, i ratti e le mosche, che sono attirati dal loro odore e potrebbero risultare sgraditi ospiti.
Per impiegare questi scarti, è necessario sminuzzarli ed è bene dotarsi di un composter che abbia un fondo forato per permettere l’entrata dei microrganismi, ma in grado di non far entrare gli animali.
Il composter è dunque un elemento essenziale del processo.
Le caratteristiche della compostiera
Il composter deve essere un contenitore chiuso, e allo stesso tempo areato, con la possibilità di interagire con il terreno (senza fondo o con un fondo bucato). Deve essere coperto per evitare che sia esposto alla pioggia direttamente.
Ne esistono di diverso tipo sul mercato (si vedano le informazioni in fondo), ma con un pizzico di buona volontà, manualità e qualche attrezzo è possibile costruirlo da sé. Con delle assi di legno si realizza un cubo con una struttura portante di 1x1x1 metro. Può essere utilizzata della rete metallica o vecchi bidoni (in questo caso è necessario togliere il fondo e praticare alcuni fori sulle pareti).
Le compostiere in plastica presenti in commercio o distribuite da alcuni comuni del Trentino hanno il vantaggio di rendere più semplice la trasformazione in humus, di mantenere la temperatura (che nel processo di compostaggio può raggiungere i 60°) e di essere disponibili subito.
Un elemento essenziale per garantire l’efficacia del processo è inoltre il posizionamento della compostiera. Deve essere situata in un luogo parzialmente ombreggiato, ma esposto a sud, riparato dal vento e dall’insolazione diretta. E’ molto utile circondarla con piante che sono ricche di foglie d’estate (riparandolo dal sole e – per motivi estetici dalla vista -) e spoglie d’inverno, permettendo che i raggi del sole non facciano scendere troppo la temperatura.
Come far funzionare il processo
Per iniziare è bene preparare un fondo di materiali consistenti come rami e potature per tenere la massa sollevata e facilitare l’areazione. Nell’introduzione dei materiali è inoltre importante garantire agli organismi viventi che prendono parte al processo di decomposizione una nutrizione equilibrata. La regola è perciò quella di variare quanto più possibile il materiale che viene introdotto: tanto più equilibrata sarà la composizione, tanto più facile il compostaggio.
Bisogno tenere presente che il composto deve avere la presenza di sostanze ricche di carboidrati (C= carbonio) come fogliame, paglia, residui di potature, carta, materiali legnosi) e sostanze ricche di proteine (N=azoto) come rifiuti della cucina, erba verde, parti verdi di piante. Affinchè gli organismi viventi possano trasformare facilmente i residui organici in buon humus il rapporto carbonio/azoto dovrebbe essere compreso tra 20 a 1 e 30 a 1. E’ dunque importante mescolare i resti di cucina con gli altri materiali. Molto preziose sono ad esempio le foglie secche, che possono essere raccolte in autunno e conservate accanto al composter, in modo da essere via via inserite. Mai inserire una grande quantità dello stesso ingrediente, ma razionarlo e mescolarlo con altri. Inoltre ogni tanto va inserita qualche palata di terra ed eventualmente per facilitare il processo si possono introdurre additivi (trucioli o farina di ossa e corna, farina di alghe e carbonato di calcio, farine di roccia e di argilla).
Un aspetto da tenere sempre sotto controllo è il grado di umidità.
Il composto non deve seccare, perché ciò comporterebbe la morte dei microrganismi, e non deve risultare troppo bagnato perché non si crei il percolato. Quando il composto è secco va annaffiato; se è troppo bagnato va aggiunto materiale secco. Il monitoraggio dell’umidità può essere fatto a mano, prendendo un pugno del materiale e stringendolo. La fuoriuscita di acqua indica l’eccessiva umidità, allo stesso tempo se non rimane umidità sulla mano significa che è troppo secco.
Dopo 15 giorni che si immettono materiali va rimescolato tutto con una forca.
Dopo altri 15-20 giorni, per due volte successive va nuovamente mescolato. Dopo di che è importante lasciare stare il composto depositato per non rompere il reticolato di microrganismi che permette la trasformazione. Il lavoro di mescolamento va fatto solo con il nuovo materiale aggiunto.
Se il compostaggio viene condotto correttamente dopo 4-6 mesi il compost è grezzo e può essere utilizzato. Dopo 8-12 mesi è maturo, è un terriccio nero, soffice, con odore di terra di bosco, molto ricco, che può essere utilizzato come concime per l’orto o per i fiori del giardino. Proprio come quello della scatoletta verde. Il ciclo si è concluso, o meglio, è ricominciato.
Un'esperienza da fare.
Per chi non possiede un giardino: il compostaggio sul balcone
Un sistema valido per chi non possiede il giardino è la compostazione con i lombrichi.
Per attivarla è necessario uno spazio di circa 0,25 mq sul balcone, in garage o in cantina; una cassetta di legno con coperchio di circa 40x60x30 cm (adatta per tre persone) e una manciata di lombrichi. Sotto la cassetta occorre mettere un giornale o del cartone in grado di assorbire l’umidità liberata dalla trasformazione dei rifiuti in humus. E’ consigliabile l’utilizzo di un sottovaso di un nylon per evitare di sporcare il pavimento.
Quando vengono conferiti nuovi rifiuti è opportuno coprire con dei fazzoletti di carta usati o con una spruzzatina di terra per prevenire la possibile presenza di moscerini.
Per compostare bisogna introdurre i lombrichi, con la loro terra, nella cassetta. Vanno poi conferiti i rifiuti organici della cucina con cadenza giornaliera o settimanale.
Dopo 2-5 mesi, a seconda delle stagioni, ammucchiare l’humus prodotto in un lato della cassetta e conferire il nuovo materiale nello spazio liberato. In pochi giorni i lombrichi si trasferiranno nella zona contenente il cibo più fresco permettendo così di togliere l’humus prodotto senza portare via i lombrichi dalla cassetta.
L’humus di lombrico è ottimo da aggiungere regolarmente, in piccole dosi, alle piante in vaso, ma va bene anche per l’orto sia nella buca del trapianto che come concimazione di copertura!
Dall’esperienza di Guido: "Dopo un anno di pratica e, dopo un inizio non privo di dubbi, posso garantire i risultati e soprattutto la semplicità della tecnica. I lombrichi hanno trasformato, standosene tranquilli nella loro cassetta, tutti gli avanzi della mia cucina. Senza problemi. Parte dei miei lombrichi sono stati fatti emigrare nelle cassette di amici che hanno voluto provare…
14 maggio 2007
Sul compostaggio
Consiglio spassionato di carattere generale: se, quando segnalo materiali esterni al mio blog, trovate qualcosa particolarmente interessante, sia esso pagina web, pdf o altro, vi conviene sempre salvarlo sul pc.
Una buona parte dei siti o documenti che avevo linkato (o consultato per mia cultura personale anni fa) ha cambiato indirizzo, è stato rimosso o semplicemente tutto il sito non esiste più (cancellato).
La cosa non è simpatica, ma succede, quindi ritenetevi avvisati!
Da un po' ho preso io stessa la cattiva abitudine di non salvare più le pagine, le infilo solo in una cartella dei segnalibri... arma a doppio taglio: se ho potuto recuperare quanto segue, lo devo alla mia saggezza di un tempo, quando non sapevo che esistessero i segnalibri e tutto quello che mi interessava veniva ossessivamente salvato in formato word (poi è facile rintracciarlo, basta segnarsi la fonte, e se il sito sparisce, usando una frase estrapolata dal testo e un motore di ricerca si può recuperare, in caso di spostamenti).
La prima chicca che ho ritrovato è un pdf chiamato Corso di compostaggio domestico. Una volta era un sito e mi ha insegnato praticamente tutto sul compost. E' molto dettagliato, lo definirei illuminante, probabilmente la miglior guida esistente in italiano, per chiarezza ed esaustività, sui vari metodi di compostaggio più o meno domestici. Salvatevelo all'istante!
Quattro anni fa queste pagine mi permisero di costruire una compostiera sofisticatissima (comprensiva di biofiltro) che però non arrivò mai al rodaggio (ero troppo fifona per provarla e non trovavo i lombrichi).
La compostiera che uso adesso è molto più semplice, ma non l'avrei mai costruita se non avessi conosciuto questo documento!
Da esso è stato tratto un altro pdf, più selettivo, dedicato esclusivamente al compostaggio sul poggiolo. Forse questo fa maggiormente al caso nostro, ma per completezza, la guida di italianostra è imbattibile e vale comunque la lettura.
Sul sito del comune di Lesignano si trova ancora un pdf sull'argomento; i contenuti ritornano più o meno simili, ma meglio saperne di più, no?
Un ultimo pdf è dedicato a diverse attrezzature che possono risultare utili, sebbene non siano indispensabili, per compostare.
Se invece vi mancassero le idee sul tipo di compostiera da realizzare, può venirvi in aiuto una ricerca su virgilio immagini alla voce (internazionale) "composter": ne salteranno fuori di ogni forma, colore e dimensione.
Concludo le segnalazioni con una pagina (in inglese) utile per identificare i diversi tipo di invertebrati che potrebbero "invadere" la vostra compostiera; è un po' impressionante, ma serve allo scopo (la lotta - pacifica - all'intruso!!!).
PS: come avevo già spiegato in questo post, sto praticando io stessa (forse) il compostaggio sul balcone. Dico forse perché non so ancora se la cosa sta funzionando al meglio, ma pare che tutto sommato io e i miei torsoli di mela ce la caviamo.
Ho semplicemente comprato un bidoncino da biancheria, volume 50 litri (a fasi alterne mi sembrano troppi o troppo pochi...); l'ho bucato tutto intorno col trapano (punta da 5mm), sui lati e sul coperchio, per arieggiare; ho posizionato delle piccole stecche di canna sul fondo per favorire il drenaggio, approntato un letto di strisce di giornale (rigorosamente quotidiani, in bianco e nero), e da allora aggiungo scarti di verdura e piante, ben sminuzzati, e fogli di giornale a seconda dell'ispirazione. Termino sempre con uno strato di giornale e una manciata di terriccio di compost, che copre gli odori e facilita il processo di degradazione, oltre a tenere lontani gli insetti (sto risolvendo in tal modo il problema dei moscerini).
E' passato un mese da quando ho cominciato, il cumulo emana un buon odore, misto di terriccio e frutta matura. Tengo il tutto umido ma non troppo, e rivoltando sembra che i giornali inizino a sparire confondendosi col resto.
Non ho una regola nè una routine precisa, ma ripeto, sembra che tutto sommato stia andando bene!
E se vi chiedete chi me lo fa fare, vi posso rispondere che non tutti i comuni italiani riciclano l'umido (il mio non lo fa), e se anche il mio lo riciclasse non vedo perché regalare fertilizzante per poi andarmelo a ricomprare per il mio orto!